Sulle piste delle Dolomiti viva la globalizzazione superstite - CorrieredelVeneto.it

2022-05-29 02:37:04 By : Ms. Lisa Wu

Si fa presto ad attaccare bottone in cabinovia , ora che la capienza è ridotta, le code agli impianti praticamente scomparse e non c’è più la selva di sci e racchette che costringeva a schiacciarsi sugli strapuntini. E così succede che sul Pordoi, mentre fuori soffia quello che il meteo locale si ostina a chiamare foehn ma a dire il vero sembra piuttosto freddino, dentro senti parlare ebraico e fai amicizia coi due sciatori venuti da Tel Aviv . E tiri un sospiro di sollievo per la globalizzazione superstite, e ti informi del nuovo governo Bennett e di come va la pandemia da quelle parti. «Superstite» dovrebbe essere il mantra della stagione sciistica 2022: Yitzik e Yoni sono arrivati per il rotto della cuffia a Venezia , al Ben Gurion fino all’ultimo forse non li facevano partire, ogni giorno devono convalidare manualmente lo skipass all’ufficio turistico (la app di Dolomiti Superski, comodissima, funziona in automatico solo per i Green Pass europei), e si godono avventurosamente la ripresa di un rito.

Sella Ronda transitabile perfino alla domenica

Nel mitico Sella Ronda, il giro dei passi che fino a due anni fa aveva problemi di congestionamento e che quest’anno è transitabile perfino alla domenica, gli italiani ci sono, gli stranieri molto meno, siamo lontani dal carosello cinetico e furioso del pre-pandemia , ma d’altra parte quello era il mondo di ieri, no?, e nessuno si fa illusioni che ci vorrà un bel po’ prima di rivedere la civiltà degli scambi. Così freni l’istinto censorio verso quelle catastrofiche tute verde fosforescente con innesti di cremisi e maculato della famigliola che sta salendo in seggiovia davanti a te, e che parla una lingua slava non identificata: viva l’esotico, viva gli idiomi del mondo.

Viva gli americani, viva gli spagnoli che fanno après-ski al rifugio come neanche in una calle del barrio , viva i tedeschi che da sempre fanno il 25% delle presenze, viva i polacchi e i cechi che sono la terza e la quarta etnia sciistica, viva gli olandesi e gli inglesi. Viva gli sparuti orientali, la cui invasione era pronosticata prima del CoVid, tutti a studiare mandarino, ma l’apocalisse è rimandata . Viva perfino i russi, che a inizio stagione si son trovati con lo Sputnik che non li faceva entrare in Europa, e che per questo fanno ricorso al costoso stratagemma: vanno a Cipro, che ha una policy di apertura verso Mosca, e di là si fanno la puntura di Pfizer per venirsene a sciare qui. Costo? 1.500 Euro, più tutto il resto.

Viva lo sci che riprende, e in un pomeriggio assolato di gennaio si condona ogni stravaganza, perfino la baita nuovissima e fintissima con a tetto scandole verdi (ma dove crede di essere l’architetto, a Cogne?) e testa gigante del David di Michelangelo sul balcone: «Chalet La Tradiziun». Tutto è perdonato.

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