San Salvo: Dal '57 a Parigi: "Prima di morire Gino De Filippis vuol rivedere San Salvo che ama da sempre”

2022-09-03 02:39:01 By : STEVEN XIE

SAN SALVO. Riceviamo e pubblichiamo una toccante storia scritta da Michele Molino:

“Vedi Napoli e poi muori” è una famosa frase del celebre poeta tedesco Wolfgang Goethe, con cui ha voluto ricordare all’intera umanità, che ogni persona, prima di morire, dovrebbe rivedere la città  di origine.

Il senso letterale delle parole ha una qualche somiglianza con "Prima di morire, vorrei rivedere San Salvo, il paese che amo da sempre” espressione verbale che Gino De Filippis, pensionato muratore, originario di San Salvo e trapiantato a Parigi, ripete spesso agli amici parigini e ai suoi compaesani sansalvesi.

Gino, nato nel 1938 a San Salvo dal papà muratore e  mamma casalinga, a13 anni entrò come manovale (mannebbile) nell’impresa edile dove lavorava il padre. Dodici ore ogni giorno per trasportare in spalla, secchi pieni di malta e di calcestruzzo, pila di mattoni e di tegole, su per le scale a pioli scivolose e insicure. Si vestiva sempre all’identico modo: jeans, camicia di cotone colore grigio e un cappellino fatto con la carta del sacchetto di cemento per proteggersi  dal sole cocente. La sua pelle si era fatta secca e piena di screpolature a causa del contatto prolungato con la calce e il cemento. Aveva un carattere molto allegro. Non smetteva mai di fischiettare o canticchiare le sue canzoni preferite. Al termine dell’apprendistato gli fu conferito la qualifica di muratore specializzato. Nessuno era più bravo di lui nell’ applicare le piastrelle sui muri delle cucine e dei bagni. Però non poteva mai usufruire delle ferie maturate; perfino la retribuzione non era proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro. All’improvviso decise di lasciare ogni cosa e di andare via. Di buon’ora (1957) preparò una valigia in poco tempo e salì sul treno diretto verso la Francia.

Trovò lavoro in una delle imprese che andava a gonfie vele nel territorio parigino. Dopo pochi mesi fu promosso caposquadra del cantiere. Si sposò con una ragazza parigina Elizabeth ed ebbe dopo qualche anno un figlio. Appena raggranellò un discreto gruzzolo, comprò un pezzo di terra nella zona delle ville degli artisti di Parigi e si fece costruire una sontuosa dimora. Il divo di tutti i tempi, Alain Delon, abitava in una villa di fronte, così diventarono amici. Gino non mancava mai alla festa di San Vitale patrono del suo paese. Davanti alla reliquia del Santo Patrono si commuoveva fino alle lacrime. La vita è fatta di cose belle e di cose brutte. Un giorno il figlio ventenne tornava a casa in moto con un suo compagno seduto sul sedile posteriore. Li precedeva un autotreno carico di tondini di acciaio. Ad una curva, il giovane centauro andò a schiantarsi contro il mezzo e il suo volto finì contro. Dovette affrontare diversi interventi chirurgici agli occhi, ma non ottenne nessun miglioramento. 

Gino dal 1957 è sempre tornato alla festa di San Vitale, perfino dopo l’incidente del figlio. Chi ama il proprio paese non riesce a starsene lontano per molto tempo.

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