Perché d’estate dopo un temporale l’asfalto profuma e d'inverno no?

2022-09-10 04:41:18 By : Ms. OEM Company

Ci sono alcuni odori che, vai a sapere perché, piacciono tantissimo o all’opposto vengono detestati dalle persone: l’erba appena tagliata, la benzina, i tartufi, il salmastro. Fra questi c’è anche lui: il profumo della pioggia d’estate che nell’immaginario di molti coincide con l’odore di “asfalto bagnato”.

Ci sarebbe tanto da dire sul perché siamo portati ad associare immagini agli odori, come in questo caso. Per farla molto corta, non me ne vogliano gli addetti ai lavori, il motivo è molto semplice: non ci sono, nel nostro linguaggio, parole adatte a definire gli odori. Per questo dobbiamo per forza raccontarli con le immagini delle cose che hanno quel dato odore. Un po’ un cane che si morde la coda, in realtà. Perché come faccio a spiegarti di cosa profuma una banana, se non ne hai mai odorata una? Posso farlo solo per assonanza con altre cose che hai eventualmente già annusato, ma non ci sono altre strade “linguistiche”.

A meno che voi veniate dalla Malesia e parliate lo jahai. Sì, perché la psicologa Asifa Majid (Università Radboud Nijmegen) e il linguista Niclas Burenhult (Università Land Sweden) hanno trovato le prove del cosiddetto “linguaggio degli odori” nella penisola malese, pubblicando i risultati del loro studio sulla rivista Cognition. La lingua jahai ha infatti moltissimi termini e parole che descrivono nel dettaglio gli odori, rendendoli “raccontabili” a differenza di ciò che avviene in molte lingue (gli inglesi specialmente, nello stesso studio, risulta siano molto impacciati nel farlo perché il loro idioma è particolarmente povero di tali termini).

Ma torniamo al nostro odore di pioggia estiva, alias “asfalto bagnato”. Che vi piaccia o no, lo avrete tutti ben chiaro in testa. Come lo definireste? Per darne una corretta rappresentazione potreste dire che è: “Petricoroso” ossia “ozonoso, geosminoso e oleoso”. Non vi suona? Perché non riuscite ad associarvi un odore, perché sono parole sconosciute. Vediamo cosa significano.

Petricore è innanzitutto LA parola che descrive l’odore della pioggia o, se vi suona meglio, l’odore della pioggia si chiama petricore.

“Il termine (in inglese petrichor, pronunciato [ˈpɛtrɨkər]) fu coniato nel 1964 da due ricercatori australiani, Isabel Joy Bear e Richard G. Thomas, per un articolo sulla rivista Nature” (Wikipedia)

Ed ecco che arriviamo al punto: al perché la pioggia in estate profuma maggiormente che in inverno, facendo sì che alcuni nasi fini riescano ad avvertire l’avvicinarsi di un temporale semplicemente percependone l’odore nel vento.

L’ozono, presente naturalmente nell’aria che respiriamo in quantità innocue per la nostra salute può “rompersi”, nel senso che le sue molecole sono formate da tre atomi di Ossigeno (O3). Quando d’estate si verificano fenomeni temporaleschi, possono esserci i “fulmini”, scariche elettriche che riescono a rompere i legami con l’ossigeno della molecola, il quale viene trasportato a terra dalle correnti che si verificano durante i rovesci. L’ozono ha un odore che il nostro naso può avvertire con facilità, ed è proprio quello che accade durante un temporale. Potremmo definirlo, per darvi un’idea, come quella nota di “pulito e di fresco” che sentiamo nell’aria dopo la pioggia.

La seconda parola che abbiamo usato per descrivere il petricore è stata “geosminoso” e questo perché un altro dei fattori che determina l’odore della pioggia è la geosmina, una sostanza prodotta da esseri minuscoli, appartenenti all’ordine dei batteri (genere Streptomyces) che passano le loro vite da batteri nel suolo, dedicandosi a dirla tutta a non moltissime attività. Ma una di queste è la produzione della succitata geosmina, che quando bagnata genera un inteso odore di terriccio. L’intensità è maggiore quando il suolo è particolarmente asciutto perché non piove da molto o perché, come accade d’estate, le alte temperature lo “asciugano” maggiormente e con più rapidità. Potremmo definirlo, per darvi un’idea, come quella nota di “terroso” che avvertiamo mangiando una barbabietola. Anche lei è piena di geosmina!

Terzo e ultimo elemento che rende “profumosa” la pioggia e in particolare quella estiva sono le sostanze che si trovano sulle piante, come possono essere le resine. Se avete la fortuna di abitare o di trovarvi in un luogo con molte piante è indubbiamente più facile che dopo un acquazzone l’aria sia resa profumata grazie alla loro presenza. Potremmo definirlo, per darvi un’idea, come quella nota balsamica tipica dei boschi. Ma visto che si sta parlando anche di parole, forse meglio chiedere aiuto al poeta.

[…] Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani[…]

Leggendo questo passaggio de “La Pioggia nel Pineto” di Gabriele D’Annunzio sembra davvero di sentirli, quegli odori. A riprova del fatto che odori e parole vadano di pari passo, di come il pensiero possa ampliarsi e le cose si possano comprendere meglio grazie alla capacità, tutta umana, di trasformare la realtà in segni universali quali sono le lingue e numeri.

Da oggi, al prossimo temporale che speriamo non si verifichi a breve (visto che l’estate 2021 non ne ha fatto sentire la vacanza, specialmente nel varesotto), potrete stupire amici e conoscenti esclamando “Ah, senti che magnifico odore di petricore!”

Con VareseNews voglio contribuire ad una costruzione positiva del senso di comunità. Dare voce alle persone e al territorio, far conoscere il loro valore. Sostienici!

Accedi o registrati per commentare questo articolo.

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Ho pensato che in parte l’aria frizzante è dovuta alla maggiore presenza di Ozono, perché in estate la pioggia è maggiormente associata ai fulmini. Può aiutare anche l’evaporazione dell’acqua sull’asfalto caldo, che agevola la diffusione ad altezza d’uomo delle sostanze ‘aromatiche’ sia intrinsecamente contenute nel bitume, sia depositate dai fumi di scarico. Storicamente in chimica si dice ‘aromatico’ ciò che somiglia al Benzene, che ha una struttura esagonale ed un odore comunemente gradevole.

Copyright © 2000 - 2022 VareseNews.it. Tutti i diritti riservati VareseNews è un marchio di Varese web srl P.IVA 02588310124, Via Gianfranco Miglio n.5 - 21045 Gazzada Schianno (VA) Tel. +39.0332.873094 / 873168 Testata registrata presso il Tribunale di Varese n.679 - Direttore responsabile: Marco Giovannelli Impostazioni Cookie - Informativa Cookie - Informativa Privacy

Oppure usa i dati del tuo account:

Non sei registrato? Clicca qui

Hai dimenticato la password? Clicca qui