Catania, dad al liceo Boggio Lera: «Non è colpa della pandemia, il tetto rischia di crollare»- Corriere.it

2022-05-29 02:34:46 By : Ms. Linda xue

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All’istituto Boggio Lera già lo scorso 10 novembre è venuta giù di notte una parte del soffitto. Il preside: «Poteva essere una strage». Studenti costretti ad alternarsi nelle aule agibili

Per circa 700 studenti, dei mille e seicento iscritti al liceo Boggio Lera di Catania , è tornata la didattica a distanza. Il Covid, però, nulla c’entra. La colpa non è della pandemia che ha rivoluzionato, nel periodo del lockdown, anche il modo di seguire le lezioni, ma «della mancanza di una manutenzione seria ed efficace degli edifici scolastici». A denunciarlo è Donato Biuso, preside del liceo scientifico e linguistico catanese che occupa un’ala del settecentesco monastero della Santissima Trinità. Un tempo l’edificio in centro città ospitava le suore di clausura, oggi ci sono gli studenti che, però, da quasi due settimane, hanno traslocato nella succursale. Lo scorso 10 novembre è venuta giù una parte del soffitto, una capriata in legno con il manto di copertura in tegole resa marcia dalle infiltrazioni di acqua piovana. Meno male che è successo di notte. Le macerie rimaste sul pavimento servono a futura memoria del pericolo scampato. Anzi, visto che non ci sono stati feriti, è stato un bene che sia accaduto perché i vigili del fuoco, durante il successivo sopralluogo, si sono accorti che rischiava di crollare il soffitto centrale della scuola. «Poteva essere una strage», dice il preside senza troppi di parole.

Archiviata la paura si fronteggiano i disagi. Immediati e futuri. «La didattica a distanza è sembrata il male minore», dice Patrizia D’Arrigo mamma di uno studente e componente del consiglio di istituto . Una parte degli studenti la scorsa settimana è rimasta a casa e l’altra è andata in classe. Da ieri si sono dati il cambio. «Il punto è che la Dad non è prevista se non per motivi legati all’emergenza epidemiologica», aggiunge il preside. È una soluzione tampone, trovata d’intesa con il prefetto Maria Carmela Librizzi , ma i genitori non hanno dubbi: «La scuola deve essere in presenza». Alcune classi sono state recuperate nella parte del liceo che non ha subito crolli. Altri istituti hanno dato la disponibilità ad ospitare i ragazzi, ma per gli studenti di una dozzina di classi sarà dura trovare una sistemazione. Aleggia la parola «doppi turni» che nessuno vuol sentire pronunciare. «Meglio una rotazione su cinque giorni con più ore di lezione – spiega il genitore –, perché la scuola al pomeriggio metterebbe in crisi le famiglie. Il Boggio Lera è frequentato anche da studenti delle province vicine che tornano a casa in treno o pullman. Mi chiedo come farebbero di sera».

Il liceo appartiene alla Città Metropolitana, quella che un tempo era la Provincia regionale, guidata dal sindaco di Catania Salvo Pogliese che ha ammesso di dovere fronteggiare una «situazione molto grave ». La manutenzione del Boggio Lera e degli altri istituti, che non sono messi benissimo, è affidata ad una società partecipata, la Pubbliservizi, che tappa qua e là qualche buco (qui un indagine sui problemi legati all’edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale). Per fare di più e meglio servirebbero soldi, tanti soldi, ma le casse della Città Metropolitana, sono in profondo rosso. Per il Boggio Lera ci sarebbe anche un progetto esecutivo da sei milioni e mezzo di euro per una ristrutturazione profonda. Dalla Regione hanno spiegato che non è arrivata alcuna richiesta di ristrutturazione dell’edificio e che si faranno carico delle spese per la messa in sicurezza. Nel frattempo si naviga a vista. «Il 5 ottobre – conclude il preside Biuso – Catania è stata colpita da un violento nubifragio e si è scoperchiato il lucernario. Avevo chiesto alla Città Metropolitana che venisse riparato subito e che fossero controllati tutti i tetti. Il lucernario lo hanno messo a posto dopo tre settimane, ma niente verifica generale. Per questo continuo a ripetermi che siamo stati fortunati». «I nostri figli meritano scuole insicure?» , si sono chiesti genitori e professori nel corso di una riunione del consiglio di istituto. Nell’attesa della risposta è tornata la Dad. Niente Covid, il pericolo arriva da sopra le testa.

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