Brianza, tasso PM10 alle stelle: ecco la classifica dei peggiori comuni - MBNews

2022-09-10 04:48:32 By : Ms. Jessie Zeng

Polveri sottili alle stelle in Brianza, grazie a dati Arpa, ecco la classifica di dove si respira peggio e "meglio"

Inquinamento alle stelle, non solo a Milano, ma anche e soprattutto in Brianza. “Siamo in emergenza smog e la sequenza di superamenti dei livelli limite di Pm10 nell’aria è allarmante“, è quanto si apprende da un report prodotto da Legambiente nei giorni scorsi.

Sono passati circa 20 giorni, da quando in gran parte della bassa Lombardia, Brianza compresa, l’aria è irrespirabile. I livelli di PM10 nell’atmosfera, infatti, sono mediamente doppi rispetto ai valori limite che l’Unione Europea considera tollerabili per la salute dei cittadini.

La fotografia scattata da Arpa (dati aggiornati al 16/01/2020) produce una mappa che spacca, letteralmente, la Lombardia in due parti. Una zona irrespirabile, un’altra più pulita e respirabile ( clicca qui per vedere la mappa). Quella della Brianza è tra le peggiori, nonostante le numerose zone boschive e i parchi presenti nel territorio. Un dato, questo, che non stupisce. Basti pensare che il territorio brianzolo è una delle zone più cementificate di Italia. Il record lo detiene Lissone con il 71,3% del suolo consumato. In terra brianzola, lo smog la fa da padrone.

Tra i comuni con il tasso di PM10 più alto – il valore limite è di 50 µg/m³, c’è il comune di Meda con un tasso di  93 µg/m³. Si pensi che la situazione a Milano è pari a 90 µg/m³.  A seguire Muggiò con un a percentuale di 84 µg/m³, Nova Milanese con un tasso di 83 µg/m³, Varedo con i suoi 82 µg/m³, Bovisio Masciago e Seveso con un “buon” 80 µg/m³. Monza, Desio e Seregno registrano invece 78 µg/m³.  Lissone, nonostante sia il paese più costruito, raggiunge un tasso di 74 µg/m³. Sul podio, salgono Arcore con un 69 µg/m³, Biassono con un 68 µg/m³. Al primo posto, tra i comuni dove meglio si respira, c’è Besana in Brianza con il tasso di 58 µg/m³.

Quello in cui viviamo è un contesto in cui le misure di emergenza programmate fino ad oggi, si stanno rivelando sistematicamente inefficaci. Se da una parte è vero che, il livello degli inquinanti ha teso a ridursi, grazie alle innovazioni tecnologiche di motori e di impianti termici/industriali, la situazione peggiora quando bisogna fronteggiare condizioni meteoclimatiche “avverse” . Non piove, i livelli di PM10 si alzano.

“Aver abbandonato misure drastiche e impopolari, come i blocchi del traffico, se da un lato è stato giustificato dalla scarsa efficacia di questi interventi spot, ha però portato a disperderne il valore educativo”, ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Oggi – continua – la gente non pensa più che di fronte all’emergenza smog si debba anche modificare il proprio comportamento. Respiriamo un’aria tossica, ma il traffico è sempre lo stesso”, conclude.

La colpa, a onor del vero, è dovuta al fatto che, troppe volte l’auto viene utilizzata anche per piccoli spostamenti. Non usarla in questi casi, porterebbe ad un impatto migliorativo sulla qualità dell’aria.

Non solo emissioni – Dati INEMAR, chiariscono come le emissioni di polveri più rilevanti non sono da attribuire ai gas di scarico, ma derivino dall’usura dei mezzi di trasporto e delle strade. Il consumo dei freni, degli pneumatici e dell’asfalto contribuiscono ad inquinare tanto quanto i gas di scarico. “Sebbene non siano ancora disponibili inventari emissivi con dati più aggiornati – specifica Legambiente -, la situazione è sicuramente peggiorata per le emissioni da usura, soprattutto a causa delle autovetture di maggior peso: un SUV da due tonnellate e mezzo – chiarisce Legambiente – , oltre ad inquinare di più con i gas di scarico, causa sicuramente maggior usura su freni, pneumatici e fondo stradale, rispetto a una utilitaria da nove quintali”.

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