Le architetture e i palazzi moderni più belli del 2021

2022-05-13 03:56:45 By : Ms. Rico Ke

Musei, biblioteche, parchi giochi: tutto il meglio dell'anno appena trascorso

Nonostante tutte le difficoltà, il 2021 si è distinto come un anno eccezionale per la quantità di palazzi moderni inaugurati in giro per il mondo. Una tale abbondanza si deve forse in parte anche ai ritardi accumulati nell’anno precedente, ai progetti sbloccati e in generale alla voglia di ripartire che hanno attraversato i continenti.

Si spazia da edifici famosi ancor prima di essere completati a progetti quasi dimenticati e che finalmente hanno trovato l’occasione giusta per dire la loro. Sono edifici residenziali moderni ma ancor di più edifici culturali, che rimettono in discussione i paradigmi un po’ stantii di alcuni luoghi a cui siamo abituati, come musei e biblioteche.

Tra tutti, svettano i nomi dei grandi gruppi, guidati da estetiche lampanti e privi di compromessi. Edifici in parte di recupero, che restituiscono alla collettività servizi necessari, da parchi giochi a poli culturali, che nascono in vecchi fabbriche o scali di treni dismessi.

La creatività ha certamente dato i suoi frutti in un anno difficile che però si prepara con fiducia a sfruttare pienamente quanto di buono è stato progettato, costruito e inaugurato sino ad ora. Ecco allora i palazzi famosi nel mondo scelti dalla redazione!

Omaggio ai famosi passages parigini, che tanto colpirono il commercio della capitale e l’immaginazione dei romanzieri, l’ultima opera di Jean Nouvel a Shanghai ripropone è già entrata di diritto nelle mete irrinunciabili della megalopoli cinese. Se l’esterno ancora si confonde, nei suoi toni beige, con Ma Dang e Dan Shu, ovvero le due grandi vie che mette in comunicazione, l’interno rivela tutta la sua atmosfera, a cominciare da un rosso imperante. Una grande struttura metallica verniciata ospita affacci e ponti sospesi su cui l’accorta piantumazione di circa 1000 alberi offre il verde necessario e il nome con cui è stato già ribatezzato. Le lamelle orientabili delle persiane e una grande copertura vetrata creano piacevoli giochi di luce e ombra. Come racconta l’archistar “ho immaginato tutti questi dettagli amorevoli per arricchire Shanghai, sul lato Huai Hai, con questa nuova strada unica aperta e coperta”.

Se non bastassero la tutela come patrimonio dell’Unesco e la nomea di uno dei migliori vini di Francia e quindi del mondo, le colline di Bordeaux ospitano ora una vera celebrazione delle proprie terre. Il comune di Saint-Émilion ha a lungo fornito roccia calcarea per la costruzione delle città limitrofe, con un lascito di 200 km di gallerie scavate nelle sue cave. Proprio a questo materiale si deve la fortuna delle vigne che da oggi, grazie alla volontà dell’imprenditore Jonathan Maltus, si fregiano di un grande edificio che le celebra. Già dal nome, Le Dôme richiara il proprio intento: omaggiare la filiera del vino, con uno spazio dedicato alla scoperta dei suoi segreti. Foster + Partners ha dunque optato per una grande struttura circolare, a cui si accede tramite una scalinata che la connette con le vigne. Una cupola di 40 metri di diametro si sorregge su se stessa tramite un reticolato ligneo, lasciando un’apertura zenitale. Il basamento è invece in calcestruzzo rivestito in listelli, e affonda nel terreno minimizzando la dispersione termica. Un grande anello di vetro lascia spaziare lo sguardo per 360°, rendendo il paesaggio protagonista. Oltre agli spazi di lavorazione e stoccaggio, si trova un ampio spazio degustazione, i cui arredi sono stati progettati dallo studio.

Il colosso farmaceutico che da qualche tempo è sulla bocca di tutti ha inaugurato i suoi nuovi headquarter e si propone di diventare la punta di diamante del più importante centro di ricerca medica in Europa. Pensato per essere il centro del Cambridge Biomedical Campus, la nuova creatura di Herzog & de Meuron si presenta con cinque anni di ritardo e costi triplicati causa Brexit, ma non delude affatto le attese. Organizzato intorno a una grande corte centrale, proprio come i campus dell’università, ospiterà sale conferenze, stanze per gruppi di lavoro e soprattutto i laboratori, ospitati nel corpo vetrato superiore. La trasparenza sembra essere il grande faro di questa architettura dal profilo spigoloso segue la successione degli ambienti sfalsati tra di loro, in parte con pilotis lecourbusiani, in parte con un core rivestito in legno. Gli spazi di lavoro consentono un’estrema versatilità, proprio per favorire lo sviluppo del lavoro secondo esigenze. A sottolineare le diverse funzioni degli spazi concorrono anche i materiali dei pavimenti, in pietra naturale per gli ingressi, il massello di rovere grezzo per i dispositivi di distribuzione, in moquette per gli uffici, e nella più classica resina bianca per i laboratori.

È stato il duo formato da Lyndon Neri e Rossana Hu ad aggiudicarsi la commessa per la prima distilleria del gruppo francese in Cina. Il Monte Emei non è un luogo come un altro. Patrimonio Unesco dal 1966 ha visto nell’antichità sorgervi un importante santuario ed è stato teatro di pellegrinaggi e battaglie. È proprio onorando quel passato che il nuovo edificio si rifà all’architettura vernacolare. A prima vista, infatti, gli esterni si presentano in continuità con la tradizione, grazie ai tetti a falde coperti con tegole in argilla ricavata dagli scavi. La grande sala degustazione, di forma circolare (che, nella tradizione, è associata al cielo) è omaggio diretto al Pantheon, con la sua cupola aperta da cui filtra la luce. Il ristorante ed il bar della casa del whisky sono ospitati nell’edificio a pianta quadrata (figura della terra), con un lato affacciato sul vicino torrente su cui si riflette il profilo della montagna.

La nuova scuola di musica di Bressanone porta la firma di studio Carlana Mezzalira Pentimalli. Sono molte le suggestioni a cui i progettisti si sono richiamati. Innanzitutto la tradizione della città. Il grande edificio dialoga infatti con le storiche la Torre Bianca e il campanile del Duomo. Anche la scuola infatti si presenta come un volume di tre piani fuori terra, con l’ultimo arretrato, quasi a dissolvere la percezione del costruito. L’appartenenza al suolo è richiamata anche dagli inserti di porfido e pigmenti rossi in muratura, che replicano la colorazione della piazza cittadina. Come una piazza cittadina, il giardino della musica è una grande stanza a cielo aperto, recintata ma esterna alla scuola, e aperta a tutti. La matericità dell’esterno lascia posto, all’interno, a un aspetto più domestico, con boiserie e carta da parati che ricordano il Palazzo Vescovile. Mentre il foyer, con la sua biblioteca, invita alla convivialità, le più appartate sale prove di ballo e d’organo sono dedicate allo studio e private di ogni distrazione.

Sfumato il progetto per una torre a Phoenix, BIG ha trovato il luogo perfetto per un’architettura che evidentemente Bjarke Ingels non si riusciva a togliere di testa. A Skærbæk, in Danimarca, svetta ora nei suoi 25 metri d’altezza una grande vedetta che affaccia sul Parco nazionale del mare di Wadden, patrimonio Unesco. 500km di costa da abbracciare con un solo sguardo, su una piattaforma sommitale di 110 metri quadrati a cui si giunge dopo 146 gradini. La forma, che ricorda la doppia elica del DNA, si può scorgere da chilometri di distanza, grazie allo sfalsamento delle scale ascendenti e discendenti e, soprattutto, alla parte superiore in acciaio che sostituisce il corten della parte più bassa. Una spirale rovesciata che inorgoglisce i circa 3000 abitanti della cittadina danese.

Nella Green School di Bali, fondata da John e Cynthia Hardy per essere il terreno di ricerca per le nuove generazioni di ecologisti, le classi sempre più numerose hanno richiesto nuovi spazi. Studio IBUKU si è rifatto alle tecniche vernacolari che fanno ampio utilizzo del legno per consegnare uno spazio polivalente unico nel suo genere. Grazie all’intersezione di una serie di archi, poggianti su basamenti in cemento che fungono al contempo da sedute, è stato possibile mettere a punto una grande sala aperta, scevra da ogni elemento portante. Utilizzando la tecnica il gridshell, il guscio strutturale si presenta come una successione di archi di catenaria o archi parabolici che insieme formano un vero e proprio cappello in bambù alto 14 metri, lungo 41 e largo 23,5. L’interno ricorda invece una cassa toracica umana, ove le sono tenute in posizione da un sottile strato di pelle e muscoli.

We Architect Anonymous ha progettato a Pechino il sogno nel cassetto di ogni bambino. Dati gli spazi sempre più esigui dedicati ai più piccoli e il dominio imperante dei videogames, c’era la necessità di creare uno spazio ad hoc, fatto per il gioco in strada, ma in sicurezza. I bambini potranno dunque andare alla scoperta del gioco fisico grazie a tre elementi principali, declinati in vario modo. I tubi sono passaggi segreti e scivoli che connettono piani di altezze differenti. I tetti sono vie di fuga e trabocchetti, fatti di balaustre e tappeti elastici. Le montagne sono i luoghi dove testare l’equilibrio, e fuggire all’ultimo da un nemico immaginario.

Neri&Hu firma anche questa nuova Tea House a Funzhou, capitale dello stato cinese di Fujian. L’edificio si ispira a un progetto fotografico quasi mitico, quello di John Thomson, che nel 1871 fu tra i primi a immortalare il mondo scomparso dell’estremo oriente. Come l’antico tempio di Jinmshan sorgeva su un’isola ed era circondate dalle acque del fiume Wulongjiang, questa tea house è delimitata da un recinto murario in cemento, materiale ormai essenziale per non stonare nel quartiere. Ma a segnalare la peculiarità della struttura è il tetto in rame, che richiama le linee tradizionali delle pagode. All’interno, quasi fosse una casa in una casa, materiali antichi e moderni si scontrano, lasciando alla tradizione la possibilità di esprimersi opportunamente riparata. La struttura all’apparenza labirintica è in realtà ordinata da un sistema in legno di travi e pilastri a vista, che suddivide gli interni.

Un ritorno all’architettura tradizionale cinese si è osservato anche a Caizhai, e ha creato un piccolo caso destinato a fare scuola. Per contrastare l’abbandono di questa zona rurale in favore delle grandi città è stata infatti costruita una fabbrica di tofu, da sempre eccellenza della regione che però non era più vendibile perché, essendo fatto a mano, non rispettava gli standard commerciali. Superando l’iniziale diffidenza della popolazione, che si aspettava una grande opera estrosa, come quelle che spuntano in tutto in paese, studio DnA ha invece insistito per un edificio a base di bambù. L’operazione è stata un successo dal punto di vista economico, tanto che sono seguite fabbriche di zucchero, una distilleria e un laboratorio di olio di camelia. “Dopo un'era di architetti stranieri che utilizzano la Cina come parco giochi", spiega Xu Tiantian, a capo dello studio ”stiamo assistendo a una nuova generazione di architetti cinesi che definiscono il proprio approccio utilizzando in modo contemporaneo tecniche antiche e vernacoli”.

JKMM ha dato nuovo lustro a un edificio che dagli anni ottanta è stato una delle piazze predilette della popolazione di Kirkkonummi, cittadina alle porte di Helsinki. Per riprogettare la biblioteca, lo studio ha voluto da un lato sottolineare il rapporto con la vicina chiesa, su cui ora affaccia grazie a una rampa, dall’altro ribadire la multifunzionalità del luogo. Posto di incontro, ma anche di raccoglimento e di studio. Se l’esterno dunque omaggia la tradizione marittima con il rivestimento in scandole di rame, gli interni sono un manuale di arredamento scandinavo con la sua attenzione al dettaglio e all’essenzialità, impreziosita, sia negli ambienti in legno sia in quelli total white, dal fil rouge dell’ottone, materiale semplice ma capace di ravvivare. A rimembrare le letture al parco, ci pensano invece i pilastri nella sala principale che creano un gioco di ombre simile a quello degli alberi nelle giornate estive.

Il nuovo punto d’arrivo per i partecipanti alle regate sul lago del Canton Lucerna non è un faro o una coppia di boe, ma una torre scultorea firmata da Andreas Fuhrimann Gabrielle Hächler Architekten ETH BSA SIA AG. Svettante sul lago degli dei, questo edificio enigmatico poggia su un basamento in calcestruzzo e specchia le sue candide pareti lignee sulle acque cristalline. L’edificio si compone di un'unità di tre piani prefabbricata in legno trattato, con tavole esterne in pino trattato per essere duraturo e dimensionalmente stabile. Un luogo ibrido, che può espletare funzioni di rappresentanza si erge nella sua massa compatta in attesa degli eventi sportivi.

Mosca si riappropria di un grande spazio pubblico posto nel rinomato distretto Ottobre Rosso grazie all’aiuto di Renzo Piano. L’ex centrale elettrica della capitale è stata infatti riconvertita in un grande polo culturale che ospiterà mostre ed eventi grazie alla partnership tra Teresa Iarocci Mavica e Leonid Mikhelson. Prima di accogliere le opere d’arte che daranno colore e vita agli interni, l’edificio si presenta con una predominanza di bianco, interrotto solo dalle condutture dell’aria che provengono dalle quattro torri che la prelevano a un’altezza di 70 metri, di un identico blu. Il pensiero va, come di dovere, alla struttura funzionale del Centre Pompidou di Parigi. Diviso in quattro ambienti principali, tra cui quello fieristico vero e proprio, lo spazio si sottrare a un percorso di scoperta rigido, e permette al visitatore di muoversi in totale libertà. Oltra a una biblioteca e a un centro multimediale, va sottolineata la piantumazione di migliaia di betulle, albero caro alla Russia, a cui si contrappone un suggestivo giardino delle sculture.

Si attendeva con una certa trepidazione la nuova architettura di OMA, la prima a tema religioso mai affrontata dal firm. Ai piedi della Hollywood Sign la collezionista d’arte Audrey Irmas ha ottenuto, con generose donazioni da 30 milioni di dollari, alla costruzione di uno spazio multifunzionale che servisse da punto di ritrovo per la comunità ebraica di Los Angeles. Il profilo trapezoidale digrada con rispetto dalla parte del preesistente Wilshire Boulevard Temple, su cui si affaccia con una grande terrazza. All’interno dei 5mila metri quadrati lo spazio è scandito dal susseguirsi delle grandi stanze. La prima, con volta lignea è un primo spazio funzionale. Una seconda, per gli eventi, è lasciata a pianta libera. Al primo piano, invece, si trova la cappella. Sugli esterni, 1230 tessere esagonali GFRC frantumano una massa, riprendendo le geometrie delle decorazioni interne e sono a loro volta interrotte da numerose finestrelle. Soluzione che permette all’edificio di mutare tonalità in base all’ora del giorno e all’orientamento delle singole tessere.

MAD Architects ha rotto gli indugi e ha consegnato alla città di Haikou, sull’isola Hainan la sua nuova biblioteca. Il progetto fa parte di un programma enorme che prevede 16 nuovi edifici commissionati al gotha dell’architettura mondiale. Con evidenti rimandi all’estetica di Zaha Hadid, la struttura si frappone tra cielo e terra proprio come una nuvola, e delle nuvole ricalca anche le forme mutevoli e vaporose. Una grande scultura, fatta di cemento liquido e come levigato dalla risacca, che sfuma interno ed esterno, pavimento e soffitto per trasportare i lettori in un mondo sospeso oltre la città.

Un’altra biblioteca, un altro grande studio. Foster + Partner ha infatti completato un grandioso edifico che rilancia la nomea di Sharjah. A 30 minuti da Dubai, la città si è guadagnata il titolo di capitale araba della cultura, come testimonia anche il plauso dell’Unesco. La biblioteca si presenta imponente ma dalle linee semplici. Una grande tettoia esterno sovrasta l’edificio vero e proprio per proteggere la facciata dai raggi del sole. Schermi in bambù e un diaframma in alluminio in toni dorati consentono infatti di schermare la luce, creando un grande spazio di ritrovo informale e permettendo al contempo la lettura. Quattro grandi core sostengono tutto il peso, rendendo superflui altri elementi di sostegno interni. Oltre a spazi per eventi, la biblioteca dispone di piccole hub per la lettura, una sala per sole donne e uno spazio per la preghiera. Sull’esterno, una grande scultura di Gerry Judah ricorda, con le sue linee flessuose, i rotoli di pergamena su cui si scriveva in tempi antichi.

Frank Gehry ha completato la costruzione della nuova sede della Fondazione LUMA, impegnata nel campo dell’arte, della cultura, dell’ambiente e dei diritti umani, presieduta dalla filantropa Maja Hoffmann. Accanto a sette capannoni che compongono il campus, questa nuova architettura svetta nel tipico stile del padre del decostruttivismo, con un corpo spigoloso ricoperto da 11mila pannelli in acciaio inossidabile, come sostenute da una piccola porzione scoperta. Nel basamento circolare di tre piani, citazione dal grande anfiteatro nel centro della città, troveranno spazio bar, biglietteria e sala conferenze, mentre i sette della torre vera e propria saranno dedicati agli uffici e ai laboratori. Il polo si conferma punto d’avanguardia della ricerca culturale, grazie a un team di collaboratori di primo piano e all’ambizione dei suoi abitanti.