La Filarmonica della Scala festeggia 40 anni: una sfida diventata simbolo- Corriere.it

2022-07-10 18:03:22 By : Ms. Alice Liu

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Lunedì Riccardo Chailly dirigerà le due Suite di Stravinskij e la Sinfonia n. 5 di Cajkovskij. Dalla tradizione rivoluzionata da Abbado ai concerti senza confini. L’assist della tv

Lunedì 24 gennaio si inaugura la stagione del quarantennale della Filarmonica della Scala . Riccardo Chailly dirigerà le due Suite, scritte tra il 1917 e il 1925, da Igor’ Stravinskij e la Sinfonia n. 5 in mi minore di Pëtr Il’ic Cajkovskij . In apertura la nuova commissione della Filarmonica affidata a Giorgio Battistelli.

Quella della Filarmonica è la storia di successo grazie a un arricchimento progressivo e collettivo. Possiamo fissare l’origine di questo percorso quando Claudio Abbado, come direttore musicale della Scala, ampliò il repertorio sinfonico dell’orchestra con i cicli di Bruckner e Mahler emancipandolo dalle tradizionali settimane di inizio e fine stagione. Il modello della Filarmonica viennese spinse allora Abbado e alcuni strumentisti (tra i quali Giacomo Pogliani ed Ernesto Schiavi) a emancipare in parte la musica sinfonica facendo nascere, nel 1982, la Filarmonica: lo statuto riservava ai solo professori d’orchestra dipendenti dal Teatro la possibilità di essere soci. L’articolazione del rapporto tra Filarmonica della Scala (associazione privata) e la Fondazione Teatro alla Scala (con capitale pubblico) è sempre stata complessa e, per certi versi, controversa. Ma da subito la compagine portò in teatro partiture novecentesche valorizzando le qualità delle prime parti in intrecci con i principali solisti, da Accardo a Giuranna e Filippini.

Con i vent’anni di lavoro musicale di Riccardo Muti (dal 1982 al 2004 sale sul podio 370 volte) la Filarmonica plasmò la propria identità stilistica e timbrica e accanto al lavoro sulla tradizione tedesca si concretizzò un progetto sulla musica italiana , dal Settecento alla generazione dell’Ottanta fino alla commissione di nuovi brani sinfonici (il violinista Gianluca Scandola è, per anni, il coordinatore artistico).

Per crescere, la Filarmonica si appellò ai privati sviluppando una struttura snella. Fedele Confalonieri , presidente di Mediaset e, dal 1991, della Filarmonica con Schiavi vicepresidente dal 1987, fu l’architetto del lancio popolare della compagine: una stagione piccola per numero di concerti, sostenuta da un migliaio di abbonati-mecenati diventò il luogo della classe dirigente cittadina e la sua diffusione fu moltiplicata dal piccolo schermo. I concerti andarono in differita sulle reti Mediaset, con una introduzione all’ascolto, formando un vero e proprio palinsesto durato più di vent’anni , una delle trasmissioni più longeve della tv. Con Muti aumentarono anche le tournée nacquero «Le vie dell’amicizia », ovvero i grandi concerti in luoghi difficili del mondo sostenuti da Progetto Italia della Telecom.

Il rapporto con il tessuto sociale milanese si è poi approfondito attraverso una serie di iniziative pensate con il successivo main partner UniCredit : sono le prove aperte e i progetti educativi. La Filarmonica prende a lavorare con un ampio numero di direttori: Chailly, che guida la tournée americana e riporta l’orchestra in sala d’incisione, Myung- Whun Chung, Gustavo Dudamel, Daniele Gatti, che dirige il ritorno al Musikverein, Daniel Harding e Valery Gergiev. Daniel Barenboim (20 concerti) la fa debuttare alla Philharmonie di Berlino e trionfa a Parigi e Francoforte. Come pianista, Barenboim è accanto ad Abbado nel concerto del ritorno alla Scala del maestro. Dal 2015 Chailly riapre un capitolo internazionale visitando le capitali europee e quello popolare, portando la Filarmonica in piazza Duomo per l’annuale «Concerto in piazza» (sostenuto anche da Allianz ed Esselunga, trasmesso in tv) giunto al decimo anno, che radunava prima del Covid ventimila cittadini. Da lunedì i primi quarant’anni dell’orchestra degli orchestrali.

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