Il capolavoro di Matisse nella Chapelle du Rosaire a Vence: l’arte senza tempo dell’artista visionario francese - Turismo Italia News

2022-05-29 02:34:09 By : Mr. Shenggang Huang

(TurismoItaliaNews) Il bianco dell’esterno dell’edificio non lascia presagire l’ondata di colore che ti sta per avvolgere. Bianco che solo apparentemente sembra essere dominante, dato che poi il verde, il giallo e il blu – i soli tre colori utilizzati dall’artista – raccontano per intero il mondo di Henri-Émile-Benoît Matisse, uno dei più noti artisti del ventesimo secolo, esponente di maggior spicco della corrente artistica dei Fauves. Lui lo ritrovi per intero qui dentro. E le calde, avvolgenti tonalità scelte ti portano inesorabilmente a pensare all’infinito, all’imperscrutabile, all’animo umano e alla genialità del suo ideatore, così come ai colori della Costa Azzurra. Sono sensazioni varie e imprevedibili quelle che avverti quando sei all’interno della Cappello del Rosario delle Suore Domenicane di Vence. Una “performance” certamente inusuale per un edificio sacro, tanto che ti chiedi quale potrebbe essere stata l’iniziale reazione delle religiose di fronte a quella realizzazione. Indubbiamente Matisse ha osato tanto. Ma tant’è, lui era così. Discreta all’esterno e perfettamente integrata nell’ambiente circostante, la cappella di Matisse si nota solo per il suo tetto di tegole bianche e blu e per la sua croce in ferro battuto alta tredici metri, decorata con mezzelune e fiamme dorate.

Vence è uno dei borghi attrazione della Costa Azzurra. Qui la chiamano l’incontournable, l’imperdibile, in posizione strepitosa ai piedi dell’arco alpino, coronata dal Parc des Préalpes d'Azur, e adagiata davanti al Mediterraneo. L’arte qui è di casa e Matisse è uno dei grandi nomi che possono sfoggiare gli orgogliosi abitanti della cittadina. Per arrivare alla Cappella, ci si può concedere una bella passeggiata dal centro storico in direzione del monastero in Avenue Henri Matisse, dove si trova anche la casa-museo dell’artista, scomparso a Nizza nel 1954 all’età di 85 anni. Una passeggiata che consente di godere dei suggestivi scorci di Vence, il cui skyline si ammira anche dal giardino della Chapelle du Rosaire.

Ma perché Matisse - pittore, incisore, illustratore, scultore – decise ad un certo punto della sua età di cimentarsi in quest’opera per le Suore Domenicane? “Lo fece in nome della sua amicizia con suor Jacques Marie e in segno di gratitudine per le cure che gli aveva riservato come infermiera dato che, a causa delle condizioni di salute sempre più precarie, era spesso ospite delle suore domenicane – ci spiegano durante la visita - aiutato dai fratelli domenicani, realizzò un’opera complessiva in cui per più di tre anni fu coinvolto a tutti i livelli: architettura, ceramica, vetrate, scultura, mobili e, naturalmente, colori e disegni”.

Sono le parole dello stesso Matisse a definire meglio di ogni altro il senso del lavoro: “L’aboutissement de toute une vie de travail”, ovvero “Il culmine di una vita di lavoro”. L’artista ha scelto con cura minuziosa le sfumature cromatiche, come pure le caratteristiche del vetro da utilizzare, perché in pratica per la decorazione ha fatto ricorso ai due elementi caratteristici della sua arte: il colore (per le grandi vetrate, che inondano di luce le pareti imbiancate a calce) e il disegno (per le mattonelle in ceramica sulle pareti) per i 3 grandi dipinti a righe nere su ceramica bianca che evocano San Domenico, la Natività e la Via Crucis. Figure che partendo dalla raffigurazione della realtà, sono state trasformate in forme semplificate e appiattite attraverso l’accostamento di colori primari e secondari puri. Il tutto raccontato in uno spazio di dimensioni ridotte: 15 metri di lunghezza, 6 metri di larghezza e 5 metri di altezza.

“Ho sempre cercato di nascondere i miei sforzi, ho sempre voluto che le mie opere avessero la leggerezza e l’allegria della primavera che non lascia mai sospettare il lavoro che è costato” diceva Matisse nel 1948. Che raccontava pure: “Per tutta la vita ho subito l’influsso di quella che era l’opinione corrente al tempo dei miei esordi: in quell’epoca si accettava di tener conto solo delle osservazioni compiute sulla natura. Tutto quanto proveniva dall’immaginazione o dal ricordo era definitivo ‘affettatato’, ‘pretenzioso’ e dunque privo di valore per la realizzazione di un’opera artistica. I maestri delle Belle Arti dicevano ai loro allievi: ‘Limitatevi semplicemente a copiare la natura’”.

La struttura della Cappella comprende anche uno spazio museale in cui viene presentata una serie di opere preparatorie dell’artista (disegni, incisioni, modelli, foto, testi) oltre ai paramenti liturgici disegnati dallo stesso Matisse. Ogni ornamento liturgico è composto da una serie di paramenti e accessori dello stesso colore, tra cui una casula, una stola e un manipolo, indossati dal sacerdote, un velo da calice e una borsa, posti sull’altare. I modelli sono stati realizzati da lui utilizzando carta a guazzo ritagliata.

L’ordine religioso. Le Suore Domenicane di Vence appartengono alla Congregazione delle Domenicane di Monteils (Aveyron), fondata nel 1850 da suor Anastasie per evangelizzare - attraverso l’educazione - i giovani del suo tempo. Le monache dedicano la loro vita al servizio dell’educazione dei giovani e della cura dei malati; hanno creato e gestiscono ancora molte scuole, college e scuole superiori, nonché cliniche in Francia, Brasile, Vietnam e Corea. La casa di Vence, “Foyer Lacordaire”, divenne dal 1941 una casa di riposo per cure gratuite, poi per assistenza domiciliare ai malati. È qui che suor Jacques-Marie fu mandata come infermiera nel 1946.

Per saperne di più www.chapellematisse.com vence-tourisme.com www.explorenicecotedazur.com www.france.fr www.parc-prealpesdazur.fr 

Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni. mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – twitter: @giornalista3

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