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Scritto da aldo grandi Enogastronomia 28 Maggio 2022 Visite: 154

Provate un po' voi a dovervi recare in un tribunale lontano una settantina di chilometri da dove abitate per rispondere a una querela per diffamazione che vi colpisce solo perché avete detto una verità scomoda che non piace a qualcuno. E dopo aver atteso per alcune ore il vostro turno, rieccovi salire sulla vostra auto parcheggiata sotto il sole con 34° all'ombra insieme al vostro legale di (straordinaria) fiducia, la pantera del foro di Lucca, als ecolo Cristiana Francesconi da Viareggio. 

Dopo aver condiviso, dal 2011, più di 20 processi e altrettante - molte di più - udienze, ancora una volta la voglia di stare insieme per un pranzo che, di abitudine, accompagna le imprese giudiziarie di questo guitto di provincia che ha il brutto difetto di dire sempre quello che pensa, ma, soprattutto, di scriverlo, nero su bianco e, si sa, così fa ancora più male. 

Sulla via del mare che da Forte dei Marmi conduce a Viareggio, la sosta obbligata è al Bagno Biondetti-ViennaLuce di Giacomo, Isacco e Monica Menici, un tris d'assi che quest'anno sta lanciando il proprio stabilimento balneare e il proprio lounge-bar con iniziative e intrattenimenti musicali oltre ad una cucina superb e il cavallo di battaglia delle focaccine gourmet Atelier.

Cristiana Francesconi non è solo il miglior legale che avremmo potuto avere, ma un'amica e una persona davvero speciale. Tosta, grintosa, determinata, si lascia passare la mosca davanti al naso, massimo, una volta perché la seconda la schiaccia senza indugio. Da lei accettiamo tutto, critiche, suggerimenti, imposizioni, perfino comandi che a nessuno permetteremmo di fare. Del resto un avvocato è come un commercialista: il cliente deve fidarsi al cento per cento altrimenti è meglio che molli.

Dopo tre ore in tribunale dove pazientemente abbiamo atteso di ascoltare la voce di chi ci aveva querelato spiegare di non avere alcuna intenzione di rimettere la querela - mamma mia ci tremavano le gambe - finalmente seduti gambe under the table accanto agli amici che da due stagioni allietano la nostra esistenza estiva e non soltanto. La cucina del Bagno Biondetti ci aveva già favorevolmente impressionato la prima volta che, qui, ci aveva portato l'amico Massimiliano Simoni in compagnia di Giuliana Almirante. Le successive occasioni, anche in compagnia dell'amico Gianni Mercatali, ci avevano convinto che a queste latitudini si stava da dio. Così abbiamo preso a frequentare questo little paradise che riesce a trasmettere una sensazione di pace e di relax davvero necessaria. Fiorentini e pratesi, ma anche da fuori regione e anche lucchesi che cominciano ad avventurarsi e a restare piacevolmente sorpresi. Livello della cucina ottimo, pesce cucinato con maestria e semplicità allo stesso tempo. Prendete, ad esempio, il mare caldo di Dany Kamal, il padre di Nagy nonché marito di Monica Menici. E' originario de Il Cairo, gentile, instamcabile, affabile, educato e sempre al posto giusto nel momento giusto. In genere, governa e guida la squadra in cucina, ma il mare caldo è mano sua e abbiamo voluto elogiare il piatto senza sapere che lo aveva fatto lui, per un tocco di grande classe che abbiamo ammirato e assaporato. Infatti, l'insalata di mare caldo non solo è realmente saporita e non come spesso accade, sciapa o insipida che dir si voglia. No, aveva alcune zampe di granseola che terminavano con un pezzetto di polpa favolosa e tenera come il burro.

Dany Kemal conferma ancora una volta che gli egiziani sanno stare in cucina e sanno preparare bene i piatti della cucina mediterranea. Da ora in avanti il mare caldo del Biondetti sarà il mare caldo di Dany Kemal che abbiamo mangiato insieme a un sautè cozze e vongole con crostini di pane integrale abbrustolito. Il tutto annaffiato con un bollicine speciale, un pezzo piuttosto insolito, una bottiglia di grande personalità e carattere come Angelo Aldous Herman Cuvée Brut, il vino spumante di alta qualità scelto per i propri eventi anche da Dolce&Gabbana.

Dopo l'entrée, ecco la focaccina Atelier, una sorta di istigazione a compiere un reato di natura gastronomica, un traingolo di pasta sottilissima ripieno di mozzarella, scaglie di grana, tartufo bianco e prosciutto cotto di elevatissima qualità. Tanta roba, realmente. Al termine, alla pantera del foro di Lucca non resta altro che augurarsi, per il futuro, qualche altra querela in riva al mare, un'occasione per ripetere un rito che va avanti da tempo e che non abbiamo alcuna intenzione di interrompere. Tanto più che, adesso, c'è il Bagno Biondetti che rende dolci e appaganti anche le amarezze della professione.

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